Antartide: la nave Laura Bassi riporta in Italia un prezioso carico di campioni scientifici

È appena ripartita dalla Nuova Zelanda alla volta del Mediterraneo con un pregiato carico di campioni scientifici, la Laura Bassi, nave rompighiaccio di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS. Quest’anno si è distinta per aver portato la ricerca italiana nel punto più a sud dell’Antartide, raggiungibile via mare. Dopo aver concluso i primi di marzo la seconda campagna oceanografica della 38a spedizione del PNRA[1], finanziata dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR) e gestita da ENEA e Cnr, la nave è approdata i primi di marzo a Littletown (Nuova Zelanda), ultimando le ricerche previste nel Mare di Ross, e ha già ripreso il mare facendo rotta verso l’Italia. La Laura Bassi è attesa a Ravenna per la seconda metà di aprile 2023. 

Quest’anno, oltre ai campioni provenienti dalle attività scientifiche svolte presso la Stazione italiana Mario Zucchelli, la base Concordia e quelli prelevati nel corso delle due campagne oceanografiche della Laura Bassi, sono trasportati dalla nave anche i primi campioni di ghiaccio del progetto Beyond Epica-Oldest Ice. Questo progetto europeo, coordinato dal Cnr, mira a ricostruire l’evoluzione del clima terrestre negli ultimi 1,5 milioni di anni, attraverso lo studio del ghiaccio più antico del mondo prelevato nel sito di Little Dome C, a 30 chilometri dalla Stazione Concordia.

ENEA è coinvolta nel progetto come partner e gestisce tutte le attività logistiche insieme all’Istituto polare francese-IPEV. I primi 217 metri di carote di ghiaccio trasportati dalla Laura Bassi sono destinati all’università di Berna, uno dei dodici centri di ricerca dei dieci paesi europei coinvolti nel progetto, dove saranno analizzati. Per facilitarne lo spostamento, i campioni sono stati sezionati in segmenti di circa un metro e stoccati in 24 casse, prima trasportate in aereo da Concordia fino alla base italiana Mario Zucchelli dove sono state inserite in una speciale cella refrigerata containerizzata, caricata successivamente sulla Laura Bassi.

“Per trasportare questo carico speciale abbiamo installato sulla nave due celle refrigerate in grado di mantenere una temperatura di -50 gradi centigradi e preservare le caratteristiche dei campioni”, spiega Riccardo Scipinotti dell’ENEA, capo spedizione sulla nave.

Dopo due spedizioni che hanno risentito delle limitazioni imposte dalla pandemia, quella 2022-2023 è stata una campagna regolare in cui le attività di studio sono riprese a pieno ritmo anche sulla Laura Bassi. Durante la prima campagna oceanografica terminata i primi di febbraio, sono state portate a termine tutte le attività pianificate, come il lancio e recupero di boe per lo studio della circolazione marina, lo studio dell’atmosfera, la pesca scientifica, le indagini di laboratorio biologico e chimico-fisico e la messa a mare e recupero di mooring, ovvero sistemi di misura ancorati al fondo del mare utilizzati per lo studio di caratteristiche fisiche della colonna d’acqua. “Inoltre  - conclude Scipinotti - abbiamo svolto indagini sul fondale marino, in collaborazione con l’Istituto Idrografico della Marina Militare, propedeutiche alla realizzazione di mappe di aree ancora non cartografate. Sempre durante la prima campagna, grazie a inusuali condizioni del mare straordinariamente libero dai ghiacci, siamo riusciti a spingerci molto a sud, a ridosso del Ross Ice Shelf segnando un record mondiale. L’eccezionalità della posizione raggiunta ci ha consentito di effettuare importanti campionamenti di pesca selettiva  nell’ambito del progetto BIOCLEVER[2]”.

Durante la seconda campagna sono state eseguite, in condizioni meteo avverse per l’approssimarsi dell’inverno antartico, attività di ricerca nel campo della geologia e geofisica, con indagini a mezzo carotaggi e sismica multicanale per lo studio geologico del fondale marino.

Attualmente rimangono in territorio antartico, più precisamente nella base italo-francese di Concordia a 1.200 km dalla costa, solo i 12 ricercatori e tecnici del 19° Winterover (5 italiani del PNRA, 6 francesi dell’IPEV e 1 medico tedesco dell’Agenzia Spaziale Europea - ESA, guidati dallo station leader Davide Carlucci) che continueranno a lavorare per mantenere operativa la stazione, portando avanti attività di ricerca su clima, glaciologia, fisica, chimica dell’atmosfera e biomedicina. I winterover rimarranno in isolamento fino a novembre prossimo, quanto la stazione diventerà di nuovo raggiungibile.

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