Il progetto PNRA-BOOST rivela vulcani, valli glaciali e continenti alla deriva sui fondali dell’Oceano antartico

Una nuova ricerca, pubblicata su Scientific Reports (Nature Portfolio), rivela importanti scoperte geologiche al largo della Terra Vittoria, in Antartide. Lo studio è il risultato del progetto internazionale PNRA-BOOST (Bridging Onshore-Offshore STructures at the Pacific Coast of North Victoria Land, Antarctica), condotto tra il 2023 e il 2024 a bordo della N/R Laura Bassi.

Coordinato dall’Università di Genova, dall’OGS e dal BGR (Federal Institute for Geosciences and Natural Resources di Hannover), il progetto ha portato alla luce una serie di strutture geologiche finora sconosciute: tre catene vulcaniche sottomarine attive, due profonde valli glaciali sommerse e un blocco di crosta continentale, lungo circa 25 km.

Secondo i ricercatori a capo dello studio, Laura Crispini (UniGe) e Dario Civile (OGS), le catene vulcaniche si sarebbero formate negli ultimi 5 milioni di anni per risalita di magmi e si estendono per oltre 50 km, rappresentando di fatto l’estensione sottomarina del magmatismo Cenozoico già osservato sulla terraferma. Questa scoperta dimostra un collegamento diretto tra le strutture geologiche onshore e quelle offshore.

Le due profonde valli glaciali sommerse sono invece una chiara testimonianza dell’attività erosiva di antiche lingue glaciali antartiche, oggi scomparse. Il blocco di crosta continentale, infine, è considerato un "relitto" geologico risalente alla separazione tra Antartide e Australia, avvenuta circa 32-35 milioni di anni fa, quando la Terra Vittoria era ancora collegata alla Tasmania. Questo evento geodinamico contribuì alla formazione della Corrente Circumpolare Antartica, che isolò termicamente l’Antartide provocandone il progressivo raffreddamento e lo sviluppo della calotta glaciale.

Secondo Crispini e Civile, “queste nuove evidenze geofisiche costituiscono un importante contributo alla definizione dei modelli geodinamici dell’evoluzione del margine antartico, e alla comprensione dell’evoluzione geologica della regione”.

Il progetto BOOST offre dunque nuove prospettive per la comprensione della geologia e della storia tettonica dell’Antartide, con implicazioni significative per lo studio dei cambiamenti climatici e dell’evoluzione delle placche tettoniche.