Nuove evidenze geofisiche nel Mediterraneo Occidentale

Nuove evidenze geofisiche hanno svelato le caratteristiche della deformazione lungo un margine di placca nel Mediterraneo Occidentale, nella zona della convergenza tra l’Africa e la Spagna. È ciò che rivela un articolo appena pubblicato su Nature Communications, a cui l’OGS ha collaborato.

L’attuale modello tettonico di deformazione diffusa tra Africa ed Eurasia nel Mediterraneo Occidentale prevede un'ampia regione di deformazione con sismicità di moderata magnitudo e distribuita su numerose faglie. Tuttavia, questo modello tettonico non è ben testato perché la maggior parte della deformazione diffusa prevista si verifica sotto il fondo del mare, su faglie scarsamente caratterizzate e con scorrimento indeterminato.

I ricercatori, coordinati dal CSIS di Barcellona (Spagna), hanno definito un nuovo modello di deformazione analizzando due sistemi di faglie, in parte ancora attivi, associati al rilievo sottomarino più importante della regione. Tramite l’analisi avanzata di dati sismici è stato stimato, per la prima volta, lo spostamento totale Plio-Olocenico (a partire da circa 2.5 milioni di anni fa) della dorsale Yusuf laterale destra e della cresta Alboran inversa, che sono strutturalmente collegate tra loro. Le nuove stime supportano l’ipotesi della presenza di un limite di placca ben definito sul quale risulta focalizzata la maggior parte della convergenza tra l’Africa e la Spagna.

L’attuale modello di placche deformate in modo diffuso non descrive, infatti, adeguatamente le strutture tettoniche osservate in questo settore del Mediterraneo. Questo studio va a completare, dunque, le nostre conoscenze sulla geofisica delle strutture tettoniche

 

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