
Una nuova ricerca rivela il ruolo del black carbon sulle attività e le interazioni microbiche in ambiente marino
Un nuovo studio, pubblicato su Environmental Science and Pollution Research, rivela il ruolo del black carbon (BC), letteralmente il “carbonio nero”, nel modellare le attività e le interazioni microbiche negli ambienti marini, con significative implicazioni per il ciclo globale del carbonio e per il funzionamento degli ecosistemi. Alla ricerca, coordinata dalla Professoressa Francesca Malfatti dell’Università degli Studi di Trieste, ha preso parte anche la Sezione di Oceanografia dell’OGS, con i ricercatori Amira Saidi e Mauro Celussi.
Il black carbon è un sottoprodotto della combustione incompleta di combustibili fossili, biomasse e biocarburanti, e giunge fin nell’oceano tramite la deposizione atmosferica e il deflusso fluviale. Essendo una componente chiave del particolato atmosferico esso riveste un ruolo importante nei processi che portano al riscaldamento globale.
Grazie ad una serie di esperimenti, condotti nel Mare Adriatico e nel Mar Ligure, i ricercatori hanno scoperto che l'aggiunta nell’acqua di BC a concentrazioni elevate (24 mg L−1) stimola la crescita dei procarioti eterotrofi e la produzione di carbonio, mentre riduce la presenza di virus e le attività enzimatiche degradative.
I campioni trattati con il black carbon hanno mostrato un effetto sulla composizione delle comunità microbiche indicando come il black carbon possa alterare l’equilibrio ecologico marino a partire dal suo microbioma. In particolare, questi risultati suggeriscono che le particelle di carbonio nero creano micro-nicchie distinte nell'ambiente marino, favorendo la crescita di microrganismi con specifiche capacità metaboliche.
Comprendere meglio le implicazioni ecologiche della deposizione di BC potrebbe rivelarsi fondamentale non solo per affinare i modelli che descrivono il ciclo globale del carbonio e i meccanismi di “pompa microbica del carbonio” (MCP, dall’inglese), influenzati anche dalla presenza di particelle di carbonio nero di origine antropica, ma anche per comprendere appieno il contributo del carbonio antropogenico al ciclo del carbonio marino, e sviluppare così strategie migliori per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici.