Canyon sottomarini: la campagna Erodoto getta nuova luce sui loro rischi geologici

Si è conclusa il 12 luglio scorso la campagna oceanografica Erodoto, guidata dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS. La spedizione, a bordo della nave da ricerca Aegeo, è partita il 1 luglio dal porto del Pireo, ad Atene, alla volta del canyon sottomarino di Squillace, nel Mar Ionio, al largo della Calabria.

L’obiettivo della campagna è quello di proporre un approccio metodologico innovativo integrato per analizzare e quantificare le dinamiche erosive di questo canyon sottomarino, la cui particolarità è quella di erodere in modo retrogressivo in direzione della costa. Lo scopo è quello di mettere a punto un modello per il monitoraggio e la gestione delle aree costiere adiacenti al sito del canyon  per valutarne i  potenziali rischi geologici.

A bordo della nave Aegeo era imbarcato un team di ricerca internazionale composto da ricercatori provenienti da 6 paesi (Italia, Belgio, Grecia, Portogallo, Croazia e Sud Africa) afferenti a vari centri di ricerca europei: l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS, l’Hellenic Center for Marine Research - HCMR, il National Oceanography Centre - NOC, il Flanders Marine Institute - VLIZ, l’Università di Cardiff e l’Università La Sapienza di Roma. Hanno preso parte alla spedizione anche tre giovani ricercatori e ricercatrici imbarcati per la prima volta a bordo di una nave da ricerca.

“Il team internazionale ha potuto indagare per la prima volta la morfologia e le litologie del canyon sottomarino di Squillace, ricavandone mappe e immagini con una risoluzione mai ottenuta prima” spiega Silvia Ceramicola, ricercatrice dell’OGS, ideatrice e coordinatrice del progetto Erodoto. “Questo grazie al supporto di sofisticati strumenti di ricerca quali l’AUV (veicolo sottomarino autonomo) Barabas del Flanders Marine Institute e del ROV (sottomarino a comando remoto) dell’Hellenic Center for Marine Research. Sono stati, inoltre, prelevati campioni di rocce e sedimenti che aiuteranno gli scienziati a comprendere meglio l’evoluzione geologica del canyon”. 

Nei prossimi mesi l’istituto francese FREMER effettuerà analisi geotecniche su carotaggi di sedimenti prelevati nel sito del canyon durante la campagna, contribuendo così alla nuova metodologia proposta per valutare i potenziali rischi geologici per le aree costiere connessi con il canyon di Squillace. 

Il canyon di Squillace sarà uno dei casi di apprendimento del progetto PNRR RETURN (multi-Risk sciEnce for resilienT commUnities undeR a changiNg climate), il Partenariato Esteso che vuole rafforzare le filiere della ricerca sui rischi ambientali, naturali e antropici a livello nazionale e promuovere la loro partecipazione alle catene del valore strategiche europee e globali. Inoltre le metodologie di geologia e geofisica marina utilizzate contribuiranno anche al progetto PNRR Geosciences IR.

La spedizione Erodoto rientra nelle campagne scientifiche di EUROFLEETS+, un'alleanza di infrastrutture di ricerca marina europee nata per soddisfare le esigenze delle comunità di ricerca e industriali. EUROFLEETS+, che è finanziato nell'ambito dell'iniziativa Europea Horizon 2020 Infrastrutture e coordinato dal Marine Institute (Irlanda), riunisce 42 importanti istituti marittimi, università, fondazioni e PMI di 24 paesi in Europa, Nord America e Oceania.

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