Ricerca, 23 milioni di euro per lo studio dell’Antartico per il 2025

Finanziata la nuova annualità del Programma nazionale di ricerche in Antartide (PNRA) per la comprensione dei grandi processi ambientali e climatici.

 

È di 23 milioni di euro il finanziamento per il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), il progetto nazionale scientifico per lo studio e la comprensione dei grandi processi ambientali e climatici. Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha firmato il decreto che stanzia le risorse della nuova annualità del PNRA per il 2025. Risorse che permetteranno di realizzare una nuova spedizione italiana in Antartide, la 41ma, a partire da ottobre prossimo.

“L’Italia è sempre stata all'avanguardia nella ricerca polare, una leadership che intendiamo consolidare e rafforzare – spiega il Ministro Bernini -. Le missioni in Antartide rappresentano oggi un presidio scientifico strategico, soprattutto alla luce delle sfide poste dal cambiamento climatico: quello che accade ai poli ha effetti diretti e globali. La scienza può e deve offrire risposte concrete, e la ricerca polare è uno degli strumenti più efficaci per comprendere le trasformazioni in atto e individuare soluzioni sostenibili. Per questo – aggiunge il Ministro - stiamo lavorando per potenziare il nostro impegno, rinnovando le infrastrutture, sostenendo nuovi progetti e garantendo risorse adeguate a una presenza scientifica stabile e qualificata. La cooperazione internazionale è fondamentale per affrontare queste sfide: siamo orgogliosi di partecipare ai più avanzati programmi di ricerca nel continente di ghiaccio, in uno sforzo condiviso che unisce competenze, tecnologie e visione. L’Antartide – conclude il Ministro - non è solo un laboratorio naturale unico al mondo, ma anche un banco di prova per il futuro del nostro pianeta”.

Le analisi sulla sensibilità della calotta glaciale antartica ai cambiamenti climatici oggi e nel passato. Le indagini sulla presenza di microplastiche e inquinanti. La biodiversità. Ma anche gli studi sull’adattamento umano in condizioni ambientali estreme e le osservazioni cosmologiche e spaziali dall’ambiente antartico. Sono solo alcuni dei filoni di ricerca che saranno portati avanti nel corso della nuova spedizione italiana in Antartide, nelle due stazioni permanenti dell’Italia: la ‘Mario Zucchelli’, sulla costa della Terra Vittoria, attiva in estate, e la 'Concordia', sul plateau antartico, operativa con la collaborazione della Francia e che ha appena ricevuto un finanziamento del MUR di 15 milioni di euro per la manutenzione straordinaria. A questi si aggiunge la ‘Laura Bassi’, l’unica nave rompighiaccio italiana, un’infrastruttura strategica per le aree polari e per l’oceanografia e appena rinnovata grazie a uno stanziamento di quattro i milioni stanziati dal MUR tramite il Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca.

Il Programma nazionale di ricerche in Antartide è un progetto di alto profilo. Istituito nel 1985 è coordinato e finanziato dal MUR e si avvale del supporto della Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide (CSNA) per la definizione delle strategie e degli obiettivi scientifici. Le attività sono curate dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), mentre la logistica è affidata all’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile). L’OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) gestisce la nave rompighiaccio ‘Laura Bassi’.

 

 

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